sabato 24 gennaio 2009

CRISI REALE O CRISI PERCEPITA?

Pesa più la crisi reale, o il contagio psicologico che scaturisce dalla lettura dei giornali e dall’ascolto dei notiziari radiofonici e televisivi? Lungi da me il voler ridurre la crisi alla stregua di una leggenda metropolitana; ma, volendo mutuare un termine usato ed abusato in meteorologia, ritengo che ci si debba attrezzare per operare una distinzione tra crisi “reale” e crisi “percepita”. E’ chiaro che il discorso non riguarda i numerosi lavoratori che hanno perso il posto di lavoro, loro gli effetti della crisi li hanno subiti sulla propria pelle e su quella delle loro famiglie e sono rimasti vittima, nella maggior parte dei casi, dell’avidità e dell’ inconscienza di un padronato senza scrupoli sempre pronto a far ricadere sui lavoratori gli effetti di crisi vere o presunte. Le famiglie, invece, che non hanno problemi di occupazione, e sono la stragrande maggioranza, non hanno alcun motivo di percepire la crisi; i salari non hanno subito alcuna riduzione, l’inflazione è scesa ai minimi storici, il costo del denaro e gli interessi bancari non sono stati mai così bassi, il prezzo del petrolio è crollato vertiginosamente ed i negozi sono stracolmi di merci a prezzi assolutamente calmierati. Il commercio, pertanto, si dovrebbe trovare in una condizione ideale, eppure i negozi appaiono desolatamente vuoti e gli esercenti parlano di situazione allarmante. E’ evidente, dunque, che ci si trova al cospetto di una situazione paradossale che genera una contrazione dei consumi, mentre si registra la fase congiunturale più favorevole della storia della nostra nazione, almeno per quanto riguarda il settore commerciale. E’ auspicabile pertanto, e una volta tanto non esitiamo a sottoscrivere l’appello dell’inquilino di Palazzo Chigi, che gli italiani approfittino di questo stato di cose e si approvvigionino tranquillamente di beni di consumo necessari al benessere delle proprie famiglie; questo, oltre a dare una salutare boccata d’ossigeno alla filiera del commercio, servirà a fugare le crisi “percepite” ed a rivolgere uno sguardo meno impaurito ad un futuro più o meno vicino in cui la crisi potrebbe diventare reale.
Franco Arcidiaco

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