Gli osservatori economici, quelli veri non quelli che sfornano opinioni su commissione, sono tutti concordi nel ritenere che l’economia reale i problemi veri li avrà l’anno prossimo. Il 2009 sarà certamente peggiore del 2008 e tutti ci dovremo confrontare con la difficoltà di far quadrare i conti, mentre le imprese dovranno fare di tutto per mantenere un certo grado di profittabilità. Ma una buona regola da tener presente è che i periodi di peggior crisi possono essere anche occasione di opportunità, è il momento di applicare nelle aziende l’aurea legge di Darwin: chi vince la sfida del cambiamento, sopravvive più forte di prima. Gli imprenditori illuminati pertanto non faranno l’errore di rintanarsi aspettando tempi migliori, ma investiranno nel cambiamento e nella comunicazione, pronti a raccogliere i frutti quando l’emergenza finirà. E, per quanto riguarda la comunicazione, mai come oggi è valida la massima di Henry Ford: “Chi smette di fare pubblicità per risparmiare soldi, è come se fermasse l’orologio per risparmiare il tempo”. E’ fondamentale quindi, e questo vale anche per il cittadino comune e non solo per gli imprenditori, affrontare questa fase senza perdere la calma cercando di comprendere quali sono le cause reali di questo stato di cose. Bisogna capire la lezione, di portata storica, che c’è dietro il grande crack che, subito dopo l’estate, ha fatto crollare i castelli di cartapesta della finanza creativa: i mutui subprime, i derivati, i debiti venduti come crediti, “tutti figli dell’avidità senza limiti dei manager delle banche d’affari e di una globalizzazione finanziaria esplosa come una colossale vescica infetta”, come ha detto il finanziere Francesco Micheli in un’intervista. Potrebbe essere l’occasione storica per inventare un modello nuovo di capitalismo, che sappia fare a meno dei mega-manager che si sono arricchiti con stock option e bonus miliardari, e che punti invece sullo sviluppo dell’economia più che della finanza, rendendo competitive le grandi strutture pubbliche e associative e il settore della cultura e dell’università. I piccoli investitori che non riescono a stare lontani dalla Borsa, possono approfittare, invece, delle quotazioni ormai raso-terra acquistando azioni di Società sane e consolidate. Le famiglie che faticano ad arrivare alla fine del mese, dovranno, oltre che sperare nel buon senso dei governanti, attuare una seria politica di risparmio domestico tagliando le spese superflue e riservando ogni risorsa possibile alla formazione culturale e professionale dei propri figli, nella consapevolezza che il mercato del lavoro sarà sempre più esigente nel richiedere preparazione e specializzazione e che i tempi dell’assistenzialismo, delle assunzioni clientelari e del posto fisso sono definitivamente destinati a scomparire.
Franco Arcidiaco
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