giovedì 15 dicembre 2016

MARC AUGÉ E LE SUE CHIAVI D’USCITA: POLITEISMO O RAZIONALISMO?

Frequento con Antonella le Fiere del libro da tempo immemorabile; gli anni d’oro del Salone di Torino, quando ancora si teneva nei vecchi padiglioni della Fiera lungo il Po nel Parco del Valentino, rimangono indimenticabili. Alloggiavamo nel dirimpettaio Tourin Palace e la sera al ristorante ci divertivamo a individuare gli scrittori famosi che si avvicinavano a ossequiare il mitico Mario Soldati che cenava solitario nel suo solito tavolo d’angolo.
Non era ancora il tempo degli scrittori usa e getta, dei ghost writer e dei best seller dalla vita media di quaranta giorni e nelle fiere ti capitava di ascoltare memorabili conferenze e incontrare i più importanti autori di mezzo mondo.
Da quasi vent’anni, invece, andiamo alle Fiere per motivi professionali e abbiamo purtroppo poco tempo da dedicare agli eventi che sono, comunque, riservati più ai “fenomeni” televisivi che ai veri talenti narrativi: gli effetti perversi della savianizzazione della cultura.
La Fiera di Roma, Più Libri Più Liberi, ha festeggiato il suo quindicesimo compleanno; il meraviglioso Palazzo dei Congressi dell’EUR, trionfo del razionalismo architettonico, la ospita ininterrottamente e noi da altrettanti anni ci ritroviamo puntuali nel nostro stand B29. È la Fiera riservata agli editori piccoli e medi ed è meno inquinata dai fenomeni di cui sopra. L’altro giorno, per esempio, è arrivato il grande etnologo francese Marc Augé per presentare il suo ultimo libro “Le tre parole che cambiarono il mondo” (vedi la mia recensione sul blog “Franco Arcidiaco Sovietico”) nel quale immagina che la prossima Pasqua il papa si affacci alla finestra del Vaticano dichiarando ai fedeli: “Dio non esiste!”.
Marc Augé è senza alcun dubbio uno degli intellettuali contemporanei più lucidi e liberi che esistano; alfiere del razionalismo non esita a lanciare i suoi strali contro le derive integraliste, palesi o camuffate, delle religioni monoteiste. In un salone affollatissimo ha dialogato con il giornalista dell’Espresso Gigi Riva (solo omonimo del mitico bomber) dispensando illuminanti (e…illuministiche) chiavi di lettura degli eventi dei nostri giorni. “Tutte le religioni che pensano alla salvezza dell’individuo perdono molto della loro connotazione sociale”. La sua parola d’ordine è “scoprire il dovere della conoscenza”, l’emergenza è promuovere l’educazione e la conoscenza. Il Cristianesimo lo liquida in poche battute: “L’Occidente ha perso molto quando il cristianesimo ha soffocato le ultime velleità del paganesimo… La caduta dell’Impero Romano da questo punto di vista è stata una catastrofe storica”, “La Storia parla della persecuzione dei cristiani ma sorvola su quella dei pagani…”.
Considera il monoteismo una sciagura e arriva a chiedersi se sia più auspicabile un ritorno al politeismo o al razionalismo. Dio non è una necessità, “se ai bambini nessuno parlasse di Dio la religione svanirebbe come neve al sole”. Al pubblico che lo ascoltava a bocca aperta tra applausi scroscianti, Gigi Riva ha dato la possibilità di intervenire; quando è arrivato il mio turno mi sono seduto al suo fianco e gli ho chiesto se in qualche modo la figura di Papa Francesco avesse condizionato questo suo pamphlet, lo ha escluso ma senza molta convinzione. Quando poi gli ho detto che secondo me Papa Francesco potrebbe avere per il Vaticano lo stesso effetto dirompente che avuto Gorbaciov per l’Unione Sovietica (un mio tweet del giorno dopo la fumata bianca), mi ha guardato scrutandomi a fondo e mi ha detto: “ Beh pensandoci bene la perestrojka si sa dove comincia ma non si sa dove finisce…”.
Franco Arcidiaco

domenica 11 dicembre 2016

L’AFFONDO RAZIONALISTA DI MARC AUGÉ

Con questo suo recente pamphlet, il grande etnologo Marc Augé catapulta il lettore in un sogno proibito. Tutto ha inizio in una Pasqua prossima ventura quando, dalla solita finestra del Vaticano, Papa Francesco informa, con voce chiara e netta, i fedeli assiepati in piazza San Pietro, che Dio non è mai esistito.
Dio non esiste: tre parole che equivalgono a una deflagrazione culturale di dimensioni planetarie; una verità svelata col candore del bambino della fiaba “I vestiti nuovi dell’imperatore”.
Senza timore alcuno, Papa Francesco prospetta ai suoi fedeli lo scenario di un mondo senza Dio. Naturalmente la rivelazione scatena il putiferio, dibattiti giornalistici e capannelli improvvisati radunano gente sbigottita che si ritrova orfana di un'idea che era al contempo scrigno di speranze e ragione di vita. È l’inizio di una settimana folle, che incendierà il pianeta e spazzerà via ogni sentimento religioso.
La rivelazione di Papa Francesco, che torna a chiamarsi Jorge Mario Bergoglio, infatti, oltre a destabilizzare i cattolici, innesca una micidiale reazione da parte dei fedeli delle altre religioni monoteiste che colgono al volo l’occasione per debellare il Cristianesimo e la sua ambizione di universalità. Gli islamici scatenano attentati per conquistare l’Occidente, i cinesi tramano per affermare il confucianesimo e i cattolici sono pressati da mezzo mondo affinché si affrettino a scegliersi una nuova religione…
In realtà però, la decisione del Papa non è genuina, dietro essa si cela il piano segreto di un movimento dal nome “Librement: movimento per la libertà e la resistenza mentali”. Lo scopo di “Librement” è quello “di donare a qualunque essere umano un'arma che elimini -una volta per tutte- quei cortocircuiti e quegli angoli oscuri che paralizzano il suo pensiero. Gli offriamo la possibilità di posare sul mondo uno sguardo sereno, curioso e attento e di godere senza remore delle sua capacità intellettuali e del piacere di vivere”. Gli scienziati vicini al movimento hanno isolato le basi neuronali dell’oscurantismo, considerato alla stregua di una sindrome degenerativa, e reso disponibile un farmaco che elimina istantaneamente e per sempre «le sensazioni di confusione mentale che sono all’origine di qualunque esperienza cosiddetta religiosa». Il movimento Librement dispone di una sostanza che si scioglie in acqua e che arriva a diffondersi come una silenziosa epidemia inarrestabile.
“Vedi, la gente ha capito che dietro la parola Dio si nascondeva quanto di migliore custodiscono in sé gli esseri umani: la loro piena consapevolezza della vita”.
Scopriremo tutto questo grazie a un personaggio che fa visita di tanto in tanto a Augé, si tratta di un certo Théo, un biologo genetista puro e duro che solo alla fine apprenderemo essere il figlio dell’autore.
Una favola contemporanea, visionaria e dissacrante, che in tempi di massacri nel nome della religione, tenendo il lettore con il fiato sospeso, lascia trasparire gli accenti di una fede razionalista: forse, senza la violenza che permea il sentimento religioso, la fratellanza tra gli esseri umani non sarà più un’utopia.
Franco Arcidiaco
Marc Augé
Le tre parole che cambiarono il mondo
Raffaello Cortina editore 2016