mercoledì 13 gennaio 2016

IL FUTURO DEL GIORNALISMO TRA IL CARROZZIERE E GOOGLE

I giornali on-line, sin dalla loro prima comparsa sulla scena, hanno inteso riservare un ruolo marginale a editoriali e commenti. La smania di distinguersi dall’ormai agonizzante modello cartaceo, li ha indotti ad ignorare le regole basilari del buon giornalismo che assegnano a un giornale non il mero ruolo di contenitore amorfo di notizie, ma di palestra di idee e di opinioni attorno agli accadimenti del giorno. D’altra parte lo stesso giornalista dovrebbe essere consapevole che l’aspettativa di vita di un editoriale “digitale” non teme confronti con quella di uno “cartaceo”. Considerato che ormai con la carta di giornale non si può avvolgere nemmeno il pesce venduto abusivamente per strada, l’unica speranza che rimane al buon Eugenio Scalfari è di ritrovarsi il giorno dopo spiaccicato nei finestrini di una macchina in attesa di essere verniciata da un carrozziere. Viceversa con il digitale ti devi raccomandare l’anima a Dio-Google, poiché non avrai modo di far sparire (altro che “diritto all’oblio”) qualunque cazzata tu abbia scritto per saecula saeculorum. Detto questo, ho esaurito una buona metà dello spazio che mi è stato assegnato da Gianluca Del Gaiso per questo editoriale e sono andato abbondantemente, al mio solito, fuori tema: in realtà mi era stato chiesto una sorta di “discorso di fine d’anno”, bilanci dell’anno passato e propositi per il nuovo. Vedete miei cari vi sta parlando uno che, essendo nato nel 1953, si è visto passare sotto il naso alcune delle peggiori nefandezze mai prodotte dalla storia in tempi, si fa per dire, di pace. Guerra fredda, colpi di Stato, stragi di Stato, terroristi pilotati da servizi deviati, trionfo del capitalismo vorace e spietato, governi democristiani, Craxi, papi politici spacciati per paladini di Cristo, presidenti americani veri e propri killer seriali, ventennio berlusconiano. E oggi vorreste che io mi lamentassi di Obama o Matteo Renzi? Ma fatemi il piacere, studiate vi prego, ma studiate su testi buoni, non fatevi incantare dalle sirene dello sterile ribellismo e dalla logica del “piove governo ladro”. Le cure che si possono applicare al sistema sono esclusivamente di tipo omeopatico, ogni qual volta è stata tentata una cura di tipo diverso, l’ordine capitalistico mondiale ha messo in campo raffinatissimi e ben camuffati sistemi di annientamento che hanno prodotto il mondo che ci ritroviamo attorno. Se qualcuno pensa davvero che in Italia si possano creare i numeri per un governo di Sinistra dura e pura ha bisogno di un immediato TSO. Irresponsabili come Fausto Bertinotti sono la causa dello sfacelo degli ultimi decenni e tale esempio deve rimanere di monito da qui all’eternità. Matteo Renzi è la cura omeopatica efficace per curare la politica e l’antipolitica; per capire il presente bisogna studiare il passato, per non sforzarvi più di tanto (sia mai) andate su Wikipedia e guardatevi l’elenco di premier e ministri del dopoguerra e poi ditemi quale di essi vi sentireste di rimpiangere. Vi ricordo solo, a mo’ di esempio, che l’unico premier comunista che abbiamo avuto, tale Massimo D’Alema (remember?), per far dimenticare agli alleati questo peccato originale, non trovò di meglio da fare che andare a bombardare Belgrado e nonostante ciò fu mandato a casa miseramente. Buon 2016 dunque e godete di questa congiuntura politica (sia nazionale che locale) virtuosa come mai si era registrata fino ad oggi in Italia.
Franco Arcidiaco

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