domenica 27 giugno 2010

LETTERA APERTA AL GOVERNATORE SCOPELLITI

Caro Presidente,
come saprà (ci conosciamo da molti anni ed entrambi abbiamo avuto rispetto reciproco delle diverse posizioni politiche) io non la ho votata.
Sono un uomo di sinistra e credo che così sarò sino alla fine. Ma, al di là delle divergenti convinzioni politiche, avendo sempre riconosciuto in lei notevoli capacità decisionali e sensibilità culturale, le chiedo di intervenire, in questa fase di “vacatio”, per evitare l’assenza della Regione Calabria e degli editori calabresi al “Salone Internazionale del libro” di Torino.
Come analogamente saprà – lo premetto doverosamente – dal punto di vista personale e della mia casa editrice, “Città del Sole edizioni”, potrei non essere particolarmente interessato a tale presenza. Già da numerosi anni, difatti, la mia casa editrice è presente autonomamente con uno stand a questa manifestazione (come, peraltro, anche alla “Fiera della piccola e media editoria” di Roma). Ed anche quest’anno presso la Fiera torinese ci sarà, con analogo stand.
Soprattutto negli ultimi anni, tuttavia, ho fortemente apprezzato lo stand regionale che, dando una mano a tutti gli editori della Calabria, ha realizzato un grande e positivo impatto della cultura regionale presso il più prestigioso proscenio culturale nazionale.
Mi permetto di rivolgermi a lei in quanto, a quel che pare, la precedente gestione non ha lasciato alcuna indicazione chiara circa la continuazione di questa pluriennale esperienza di promozione culturale. E pare che l’apparato amministrativo della Regione non può assumersi una tale responsabilità. Le mie notizie sono indirette, la mia conoscenza del diritto amministrativo è relativa: potrei dunque essere in errore. Ma certamente, fra una cosa e l’altra, il rischio che quest’anno lo stand regionale sia assente al Salone di Torino lo vedo molto presente concreto. Anche e soprattutto perché i termini per l’iscrizione scadono proprio in questi prossimi giorni!
Ne verrebbero danneggiati in primis quella trentina di piccoli editori che, evidentemente non avendo le capacità strutturali per una partecipazione autonoma, non potranno più basarsi sullo stand regionale per l’esposizione (e/o la vendita) dei propri libri. Non potrebbero effettuare più le presentazioni delle proprie pubblicazioni. Non potrebbero più avere una base efficace per i propri contatti con nuovi potenziali autori, distributori, librerie, ecc.
Si tratta, come avrà compreso, di servizi che ha utilizzato anche “Città del Sole edizioni” in quanto, grazie allo stand regionale, anche noi abbiamo potuto usufruire di un servizio più ampio di quello che avremmo potuto organizzare tramite il nostro stand aziendale.
Ma, alla fin fine, la mia casa editrice, grazie al proprio stand, potrebbe anche ovviare alla mancanza regionale. Ad essere fortemente danneggiati sarebbero invece gli altri editori più piccoli ma, anche e soprattutto, la stessa immagine culturale della Regione Calabria.
Anche se dunque interessato solo in parte, intendo offrire una testimonianza quanto più possibile oggettiva del valore positivo che tale partecipazione alle precedenti edizioni della Fiera ha rappresentato, in primis per l’immagine della regione, ma anche per la cultura e l’imprenditoria regionale, come impulso allo sviluppo e come momento di confronto con il panorama nazionale e internazionale del settore editoriale.
La presenza della Regione Calabria, che ha visto il numero di editori partecipanti salire anno dopo anno (oltre 30 nel 2010), è stata un’iniziativa positiva sotto molteplici aspetti, perché:
- ha consentito alla migliore espressione intellettuale calabrese, rappresentata – attraverso le piccole case editrici – nella capillarità del tessuto culturale del territorio, di “uscire dal ghetto” e rendersi visibile in una vetrina variegata e di ampia risonanza;
- è riuscita a produrre – sotto l’egida dell’ente regionale – un’unità di sforzi e di intenti tra le diverse realtà imprenditoriali della regione, superando personalismi e contrapposizioni: un’importante esperienza di sinergia che può portare a più significativi esempi e alla formazione di una coscienza civile e collettiva nella regione;
- ha potuto aprire le porte a momenti di dibattito e di confronto su importanti tematiche di attualità e non solo, attraverso le presentazioni di libri e gli incontri culturali ospitati nello stand regionale: si è parlato di ’ndrangheta, ma anche di archeologia, di arte, di storia e di tradizioni;
- non da ultimo, è stata di stimolo e di impulso alla crescita economica della regione offrendo alle iniziative imprenditoriali una vetrina illustre e la possibilità di venire a contatto con un’amplissima fascia di pubblico nazionale e internazionale;
- infine, proprio perché ubicata in una città industriale come Torino – ed è facile rendersene conto “in diretta” partecipando alla Fiera – ha contribuito a rafforzare una coscienza identitaria regionale nelle (ahinoi) molte persone che, avendo dovuto lasciare la propria terra in cerca di lavoro, hanno potuto ritrovare l’eco (e l’orgoglio) delle proprie radici appunto visitando lo stand.
Ma prima di tutto e soprattutto, essere presenti al Salone di Torino con uno stand della Regione Calabria ha voluto dire contribuire a costruire e promuovere nella percezione collettiva nazionale ed internazionale un’immagine concreta, fattiva e positiva della nostra regione.
Ecco perché, dopo tanti anni di partecipazione, non esserci sarebbe una “grande” e grave assenza.
Le persone che hanno visitato la Fiera di Torino l’anno passato sono state più di 300.000. Vi sono stati più di 1.000 convegni e dibattiti, circa 2.800 tra giornalisti, fotografi e video-operatori accreditati e oltre 3.000 articoli e servizi giornalistici hanno coperto l’evento, dalla presentazione del tema annuale nel mese di dicembre. Un successo che si rinnova e si moltiplica di anno in anno. È poco poter dire che “anche noi c’eravamo”?
Sarebbe un vero peccato pensare che tali visitatori, che non è esagerato considerare in buona parte come gli “opinion maker” nazionali, non possano più vedere e sfogliare (e, magari, anche acquistare) i libri sulla storia e sulla cultura calabrese, i romanzi ed i saggi di autori calabresi, le guide turistico-culturali della nostra regione. Come sarebbe un peccato non poter mostrare a tali visitatori come spesso gli editori calabresi siano in grado di inserirsi a pieno titolo nel mondo culturale nazionale (e talvolta anche internazionale) tramite autori e/o temi italiani ed esteri.
La Calabria, e noi lo sappiamo bene, non è solo Duisburg.
E non c’è modo migliore di uno stand di libri per far vedere che nella nostra regione si produce anche cultura, dibattito, coscienza civile, letteratura, imprenditoria e, soprattutto, un’eccellenza dell’intervento pubblico. La invitiamo a dimostrarlo.

Franco Arcidiaco (editore di “Città del Sole edizioni”)

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