domenica 27 giugno 2010

IL 2043 E’ ANCORA LONTANO

Vittorio Sabadin nel saggio L'ultima copia del “New York Times”: il futuro dei giornali di carta, pubblicato da Donzelli nel 2007, ha fissato nel 2043 l’anno in cui dovrebbero scomparire i giornali. Abbiamo dunque ancora un bel mucchio di anni a disposizione e con Lettere Meridiane intendiamo viverli pienamente. Ci siamo presi una forzata pausa di riflessione che è stata più lunga del previsto a causa di problemi sopraggiunti alla tipografia che ci stampava, oggi ci ripresentiamo a voi con nuova veste grafica, nuova impaginazione, nuova carta e, dulcis in fundo, con una nuova periodicità; Lettere Meridiane passa infatti da trimestrale a bimestrale, con l’obiettivo di arrivare entro un anno a mensile. Non avendo vinto al Superenalotto siamo stati costretti ad aumentare il prezzo, fissandolo a 2 euro ci siamo allineati al costo medio di un periodico. Abbiamo rafforzato la redazione con l’arrivo di Alessandro Crupi, mentre l’elenco dei collaboratori si arricchirà presto di altri nomi prestigiosi. Lo scorso settembre, nell’editoriale del numero 19, parlavamo di “Un’altra estate da dimenticare”, da allora è passata un’intera stagione e francamente motivi di ottimismo non se ne sono registrati; violenza, degrado e disservizi sono stati ancora una volta la cifra dominante della vita sociale del Mezzogiorno d’Italia. La violenza e i disservizi gravano sulle spalle di imprenditori e cittadini, il degrado è sotto gli occhi di tutti; provate a mettervi su un treno in direzione Roma - Reggio Calabria e guardate dal finestrino, una volta superato il Lazio noterete un brusco cambiamento del paesaggio: cemento, sporcizia, disordine, incuria e abbandono vi accompagneranno in un doloroso crescendo fino a Reggio. Paradossalmente gli amministratori delle regioni del Sud continuano a parlare di turismo come salvifica prospettiva di sviluppo, ma non riusciamo proprio a immaginare tour operator ed imprenditori alberghieri di un certo livello, alle prese con un contesto ambientale che è lontano anni luce da quello delle vere capitali del turismo. Il futuro delle regioni meridionali deve passare preliminarmente da una bonifica del territorio e, conseguentemente, del paesaggio; per raggiungere questo risultato nel breve periodo, sono necessarie precise volontà politiche che inevitabilmente debbono essere sostenute da un apparato legislativo che rivesta i caratteri dell’eccezionalità. La famosa “Legge Obiettivo” che è stata studiata per portare a compimento le grandi opere pubbliche, tra i tanti difetti ha l’unico grande pregio di semplificare le “espropriazioni per pubblica utilità”; quello di cui ha veramente bisogno il Mezzogiorno è di una “Legge Obiettivo” che disciplini non più le edificazioni, bensì le demolizioni, bisogna espropriare tutte le orribili costruzioni che deturpano il nostro territorio e, semplicemente, demolirle. L’unica variante di cui hanno bisogni i piani regolatori delle nostre province è la Variante Caterpillar!
Nel frattempo invece è in stato avanzato il progetto di realizzazione di ben 81 centri commerciali (nella sola Sicilia) per un totale di 842.000 metri quadrati, una valanga di calcestruzzo, milioni di metri cubi di cemento per realizzare altre abbacinanti isole di alienante consumismo. Il procuratore aggiunto della Dda di Palermo, Roberto Scarpinato, coordina le inchieste sulle attività economiche, diciamo così “pulite”, della mafia; a proposito del fenomeno dei centri commerciali dice: “Le regioni del Sud sono la Singapore del Mediterraneo dove i centri per la grande distribuzione sono diventati lavatrici del denaro sporco dei mafiosi”.
Se qualcuno dovesse pensare che io sia “uscito fuori tema” e che tutto ciò non c’entri nulla con la cultura, è pregato di smettere subito di leggere Lettere Meridiane.
Franco Arcidiaco

Nessun commento:

Posta un commento