venerdì 18 agosto 2017

OTTO MONTAGNE PER UNO STREGA

Come si confeziona un Premio Strega lo sanno pure le pietre e questo vale naturalmente per tutti i premi letterari, non starò qui pertanto a parlarvi delle dinamiche spartitorie guidate, manco a dirlo, dai vertici della Mondazzoli in combutta con le elisabettesgarbi di vario calibro.
Altro discorso riguarda invece la tecnica di confezionamento del libro vincente da parte dell’autore, complice più o meno inconsapevole, dell’inghippo.
Quest’anno è toccato all’Einaudi e l’Einaudi per fortuna aveva in scuderia uno scrittore del calibro di Paolo Cognetti che aveva in serbo una bella storia, semplice ma coinvolgente.
Autore e editor si sono chiusi in laboratorio e hanno sfornato il prodotto perfetto, perfetto naturalmente per il pubblico italiano e per un premio letterario italiano; in America un prodotto del genere avrebbe trovato spazio, sì e no, in uno dei due marchi “rosa” (William Morrow o Avon Books) di proprietà della celeberrima casa editrice Harper Collins e nessuno si sarebbe mai sognato di candidarlo a un premio letterario di livello.
Il problema è che i premi letterari sono disprezzati da tutti ma poi nessuno disdegna di riceverli anche perché, ai livelli dello Strega, conferiscono gloria e denari. Lo stesso Italo Calvino che nel 1968 rifiuta con un telegramma il Premio Viareggio per Ti con zero (“Ritenendo definitivamente conclusa epoca premi letterari rinuncio premio perché non mi sento di continuare ad avallare con mio consenso istituzioni ormai svuotate di significato stop. Desiderando evitare ogni clamore giornalistico prego non annunciare mio nome tra vincitori stop”), anni dopo finirà con l’accettarne una caterva (Asti, Lincei, Nizza, Mondello, etc.) dimostrando di aver ceduto lui stesso alla logica delle conventicole.
Otto montagne,dicevo, è un libro perfetto, gli ingredienti del romanzo classico ci sono tutti: formazione,genitori-figli,amicizia,natura,viaggio,amore e morte; la sapienza con la quale sono stati amalgamati rivela un grande mestiere sia da parte dell’autore che dell’editor. Frequenti e magnifiche descrizioni naturalistiche in cui la montagna, evidente vera passione dell’autore, la fa da padrona, rendono scorrevole ed a tratti avvincente la lettura, anche grazie al loro abile miscelarsi con le reazioni psicologiche elementari dei personaggi.
Un classico da ombrellone dunque, ben venga in questi periodi di magra a rimpinguare le casse degli amici librai.
Franco Arcidiaco
Paolo Cognetti, Le otto montagne, pagg. 206, € 18,50, Torino 2017, Einaudi.







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