Fidel Castro è stato un grande protagonista della Storia mondiale, la sua morte archivia definitivamente il Novecento e i sogni e le speranze incarnati dai grandi movimenti rivoluzionari. Le controspinte reazionarie hanno avuto la meglio e molte delle conquiste delle rivoluzioni sono state vanificate o addirittura stravolte. La reazione ha molti volti e non tutti violenti, i più efficaci sono subdoli e agiscono con le armi della provocazione e della disinformazione. Oggi non è più tempo di rivoluzioni ma è indispensabile completare l'edificazione della stagione delle riforme. Le forze reazionarie oggi assumono fisionomie populiste ma le armi sono sempre le stesse: provocazione e disinformazione. Sconfiggere la burocrazia e liberare la democrazia dalle sue spire mortali è il grande compito dei riformisti di oggi. La variegata accozzaglia che sostiene il no al prossimo referendum istituzionale è l'emblema del modo di agire della reazione, che si erge addirittura a paladina di una Costituzione che ha sempre oltraggiato e calpestato. Votare Sì è anche questo: liberare l'agire democratico dai lacci e lacciuoli che imbrigliano il rinnovamento e smascherare i conservatori e i reazionari travestiti da populisti.
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