giovedì 31 marzo 2011

COSI' E' (SE VI PARE)

Pirandello non me ne vorrà se prendo in prestito il titolo di una sua opera incentrata su un tema a lui molto caro: l’inconoscibilità del reale, di cui ognuno può dare l’interpretazione che più gli aggrada e che diverge completamente da quella degli altri. Ciò genera una situazione di relativismo che produce l’impossibilità di conoscere la verità assoluta, il tutto è ben rappresentato dalla celebre frase della protagonista: "Io sono colei che mi si crede".
La mia convinzione è che la situazione politica che sta vivendo la nostra città da qualche mese, metterebbe a dura prova la sia pur fertile fantasia del grande scrittore siciliano. Quel che sorprende di più è che il relativismo è sparso a piene mani non solo dai politici, che ne hanno fatto la quintessenza del proprio ruolo, ma anche dagli intellettuali (o presunti tali) e dagli esponenti della società (cosiddetta) civile. Assistiamo pertanto alle sortite più disparate in cui disinvolti “economisti della domenica” discettano di economia e bilanci, asserendo tutto e il contrario di tutto. Eppure la situazione è di una chiarezza esemplare e si legge come un libro aperto: abbiamo un Comune in forte crisi finanziaria che ha messo in ginocchio l’economia cittadina, una dirigente del settore (Orsola Fallara, morta suicida) che si è occupata principalmente della liquidazione di ingentissime somme verso se stessa e un ben definito gruppo di amici e sodali, e due politici (Demetrio Naccari Carlizzi ed il consigliere comunale Seby Romeo) che hanno fatto quello che nessun altro politico aveva mai fatto sinora, almeno a queste latitudini: hanno raccolto le inoppugnabili prove dei misfatti della dirigente, e del sistema politico da lei rappresentato, e sono andati a portarle alla Procura della Repubblica ed al Prefetto.
Da tener presente che alle prime concrete avvisaglie dello scandalo, il governatore Giuseppe Scopelliti non ha esitato un attimo a scaricare la dirigente, che lui stesso aveva nominato e che era stata per otto anni la sua ombra, dichiarando testualmente: “Ha tradito tutti i nostri valori”. L’intelligenza politica del governatore gli ha consigliato di evitare di tentare difese impossibili e di lasciare l’ingrato compito a bande di ascari appositamente attrezzate; altrettanta intelligenza non è stata riscontrata invece tra lo schieramento del centrosinistra che ha letteralmente abbandonato Naccari e Romeo, lasciandoli in balia di aggressioni (per fortuna solo verbali) e calunnie di ogni sorta. D’altra parte i geniali dirigenti del PD si sono talmente estraniati dalla situazione politica cittadina, dal dimenticare di nominare un candidato a sindaco capace di sfidare il forte Demi Arena, messo in campo dal PDL. Duole, inoltre, constatare come un organismo quale la Camera di Commercio, che ben dovrebbe essere a conoscenza dello stato di sofferenza in cui versano le aziende reggine a causa dell’insolvenza del Comune, minimizzi la situazione riducendo il tutto alla stregua di banali beghe politiche. L’amico Lucio Dattola, valido ed attivissimo presidente della Camera di Commercio, dovrebbe essere più prudente in queste sortite pubbliche, nel rispetto soprattutto dell’Istituzione che presiede; sarebbe bastato un sondaggio tra le imprese iscritte (cioè tutte le imprese della città), per conoscere la situazione reale ed evitare di aggiungere agli imprenditori oltre lo smacco del danno anche l’offesa della beffa.
Le prove prodotte da Naccari e Romeo sono dei documenti pubblici che avrebbe potuto avere chiunque avesse avuto voglia (e senso civico) di cercare, sono inoppugnabili proprio per questo motivo; quella fetta, per la verità sempre più esigua, di magistratura reticente a varcare la soglia dell’area grigia se ne dovrà fare una ragione. Eppure c’è ancora qualcuno che continua a parlare di calunnie e falsità, e si preoccupa solo di scavare nel passato prossimo e remoto di Naccari, per scoprirne eventuali scheletri nell’armadio e metterne in dubbio la buona fede. Ma che questa attività sia svolta dalla maggioranza, che si rende ben conto che un eventuale crollo del “modello Reggio” di Scopelliti le risulterebbe fatale, è comprensibile. Quello che è veramente sconcertante è invece l’atteggiamento reticente, indolente, se non addirittura ostile, dell’intero raggruppamento del centro sinistra; schierarsi con Naccari e Romeo dovrebbe essere un dovere per tutta la classe politica in buona fede e per gli intellettuali e gli esponenti della cosiddetta società civile. Ma è proprio questo il punto: esistono in questa città politici ispirati solo dai principi della politica sana e corretta? Esiste una società civile che pretenda dalla classe politica solo servizi e non favori? Esistono intellettuali (ma forse il problema, come bene ha detto Pasquino Crupi, è che in questa terra ci sono troppi professori universitari e pochi intellettuali) liberi da condizionamenti e disposti a far sentire la propria voce libera e illuminata? Passati ormai diversi mesi siamo costretti a dubitarne.
Franco Arcidiaco

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