domenica 26 marzo 2017

ADDIO A MINO ARGENTIERI

Quando, nel dicembre del 2005, varcai la soglia della casa di Mino Argentieri a Roma ero emozionato come un ragazzino. Qualche tempo prima l'amico Paolo Minuto mi aveva parlato delle difficoltà in cui si dibatteva la storica rivista Cinemasessanta; il grande critico cinematografico Mino Argentieri, che l'aveva fondata e la dirigeva sin dal primo numero del 1960, non era più riuscito a difendere la sua creatura e la casa editrice Nuova Arnica aveva deciso di chiuderla. Presentai, con l'aiuto di Paolo, il mio piano editoriale a Mino che, dopo una pausa di riflessione breve ma severa, l'accettò. Da gennaio 2006 Cinemasessanta ha ripreso le pubblicazioni (www.cdse.it) con una nuova veste grafica ma sempre sotto la mano ferma e sicura del grande Mino. Sono stati anni entusiasmanti durante i quali ho capito che il termine "critica militante" non era un vuoto orpello scampato agli anni 60-70. Mino e la sua pattuglia di critici, appunto, militanti, hanno passato in rassegna la produzione di questi ultimi dodici anni con zelo professionale e con l'apertura mentale che è appannaggio solo dei grandi. Non sono stati anni facili, la distribuzione ci ha ignorato, la Feltrinelli ci ha ignobilmente tradito, ma per fortuna la FICC, Federazione Circoli del Cinema, e lo zoccolo duro degli abbonati, con in testa le storiche biblioteche italiane e le grandi Università, hanno continuato a credere in noi. Quando la malattia inesorabilmente lo ha aggredito, Mino è stato semplicemente eccezionale; non ha mollato un solo istante e, nelle lunghe telefonate, dopo avermi raccontato minuziosamente il decorso clinico del suo male, mi parlava dei film che aveva visto e imprecava contro le leggi restrittive dei governi nel campo della cultura, che mettevano a repentaglio anche il patrimonio librario dell'altra sua creatura, la Biblioteca del Cinema Umberto Barbaro. Raccoglieva tutti gli articoli dei collaboratori e li selezionava e correggeva con scrupoloso rigore. Non avendo ceduto alle sirene digitali si serviva di un "service sottocasa" che trasmetteva gli articoli alla nostra tipografia. Quattro giorni fa Mino se ne è andato, alla soglia dei 90 anni, lasciando sola l'amatissima Anna, alla quale va il mio forte abbraccio, e orfani tutti noi appassionati di cinema. Cinemasessanta però non morirà, è nostro dovere continuare a sostenerla nel suo cammino per onorare il lavoro e il pensiero di Mino Argentieri che è stato uno dei più grandi critici cinematografici italiani.
Franco Arcidiaco

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