Incuria, degrado e indifferenza continuano a contraddistinguere la sciagurata stagione che sta attraversando la nostra città. A farne le spese sono anche i monumenti e lo testimonia la foto che ritrae una Stele, in pregiata pietra di Lazzaro, divelta e abbandonata presso un deposito all’aperto della Multiservizi. La Stele era stata collocata dalla Fondazione “Italo Falcomatà”, il 19 marzo del 2009, presso il giardino della sezione staccata dell’Eremo della Scuola Elementare intestata allo scomparso Sindaco della Primavera Reggina. La posa delle Stele era stata voluta dalla presidente della Fondazione Falcomatà, Rosa Neto, per commemorare il terremoto del 1908 a perenne ricordo dei morti e dei giusti che, accorrendo da ogni parte del mondo, avevano soccorso i nostri padri. Era stato scelto il periodo primaverile perché proprio nella primavera del 1909, pochi mesi dopo il tremendo sisma, la vita aveva cominciato a registrare segnali di ripresa sullo Stretto; si celebrava così la stagione della vita che rinasce, assieme alla speranza, nel cuore degli uomini, individuando nella primavera di cento anni dopo il periodo migliore. Accanto alla Stele, la Fondazione aveva messo a dimora un carrubbo per simboleggiare la vita che, radicata nella terra, trae forza e vigore, cresce e dà frutti. Il carrubbo è un albero semplice ma forte, maestoso ma non altisonante, chiede poco ma dà tanto e resiste alla siccità e all’inquinamento, ma purtroppo nulla può fare contro la stagione dei barbari. Alla cerimonia, svoltasi davanti a una sala stracolma, erano intervenuti tutti i rappresentanti delle autorità civili, militari e religiose ed era stata molto apprezzata la scelta della scuola che, come sottolineato nel discorso di Rosa Neto, “è il luogo dove i bimbi crescono e si preparano alla vita. Un posto che dovrebbe essere custodito come un santuario e protetto come un gioiello della corona, aiutato con tutto l’affetto e l’amore che ciascuno di noi riserva ai propri figli”. Oggi la sede staccata di quella scuola non c’è più e con essa è sparita la stele, senza che nessuno si sia degnato di avvisare la Fondazione e le autorità che tanto amore e interesse avevano manifestato il giorno della sua posa. La Fondazione “Italo Falcomatà”, in tutte le sue componenti, chiede alla Commissione straordinaria che regge il Comune, di porre riparo a questa grave ingiuria alla sensibilità di quella parte sana della città che ancora crede nel valore del ricordo e della memoria. Giungano a monito le parole del grande filosofo Blaise Pascal: “La memoria è necessaria per tutte le operazioni della ragione”.
Franco Arcidiaco, membro del Cda della Fondazione.
mercoledì 7 agosto 2013
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