domenica 4 marzo 2012

UNA CLASS-ACTION PER SMASCHERARE I VERI NEMICI DI REGGIO

L’ordine del giorno sulla “Difesa di Reggio”, approvato dalla maggioranza martedì scorso in Consiglio Comunale, è un atto eversivo e come tale deve essere oggetto di discussione in Parlamento e nelle sedi istituzionali preposte, a livello nazionale. L’isteria di pura marca fascista di cui è permeato, consente di individuare chiaramente i soggetti che l’hanno ispirato; tra questi ho ragione di ritenere che non si debba comprendere il sindaco Demetrio Arena, del quale, ancora una volta, è stata carpita la signorile buona fede. Il farneticante e, per certi versi, demenziale documento, apre con una premessa che è di per sé rivelatrice della malafede dei suoi estensori; si parla, infatti, di una presunta condizione d’instabilità governativa che sarebbe conseguita alle regionali del 2010 e alle successive comunali. E’ risaputo invece che entrambe quelle elezioni furono vinte trionfalmente dal Centrodestra, dalle urne scaturirono, infatti, percentuali che avrebbero dovuto consentire ai vincitori di navigare col vento in poppa. I loro guai non furono determinati, come il documento ineffabilmente recita, da “una forte contrapposizione tra le diverse coalizioni”, ma dall’esplodere degli scandali di natura finanziaria e amministrativa, che fecero crollare come un castello di carte il tanto decantato “Modello Reggio”, su cui Scopelliti aveva edificato le sue fortune politiche. E’ evidente la rabbia e il livore (altro che amore per la città e senso civico!) di chi è stato colto con le mani nel sacco, grazie al lavoro di due avversari politici che hanno consegnato alla Procura della Repubblica le prove del perverso sistema che dominava a Palazzo San Giorgio. Perdonatemi l’ingenuità ma, leggendo le dichiarazioni di Scopelliti ai giudici sul caso Fallara, ritengo che il Governatore dovrebbe essere grato a Demetrio Naccari e Seby Romeo che hanno consentito a lui, povero ignaro, di scoprire la vera natura delle persone che lo avevano tradito “carpendo la sua fiducia e tradendo i suoi valori”. Ma la parte del documento veramente degna di un comizio di Cetto Laqualunque, è quella in cui si arriva a sostenere che sia stata l’azione dell’opposizione (e dei “nemici di Reggio”) a “creare uno stato di sfiducia nella cittadinanza, che ha prodotto ripercussioni negative sull’economia cittadina”. Siamo al paradosso da manuale, un classico tentativo di manipolazione dell’opinione pubblica, che ricorda quelli messi in atto da alcuni regimi autoritari degli anni ’70 in Sudamerica.
Per questi figuri (che chiudono il documento impegnando il Sindaco ad adottare iniziative giudiziarie civili e penali), la società civile, le imprese, la stampa, i politici dell’opposizione e i semplici cittadini, che quotidianamente vivono sulla propria pelle le nefaste conseguenze di una politica scellerata, incapace e truffaldina, non devono avere nemmeno il diritto di manifestare il proprio disappunto. La misura è colma! E’ necessario che la città di Reggio, che ancora una volta è stata costretta a toccare il fondo, trovi la forza di alzare la testa. La città è stata completamente sfregiata da bande di selvaggi speculatori, dal centro alla periferia il degrado rende Reggio sempre più simile a una bidonville, sporcizia, incuria e abbandono hanno irrimediabilmente deturpato il volto di una delle più belle città del Mediterraneo. Tutto questo il sottoscritto, assieme al collega Gianluca Del Gaiso e con l’ausilio delle telecamere di Telereggio, lo ha ampiamente documentato in oltre otto ore di riprese televisive ( ben visibili tramite il banner “Quante Reggio” nel sito dell’emittente). Sono stato accusato di essere un “nemico di Reggio” e sospettato di “avere ambizioni politiche”. Sono solo un imprenditore, figlio di imprenditore, che si vergogna di vivere in queste condizioni; le mie imprese mi portano ad avere contatti frequenti con persone italiane e straniere, alle quali non riesco più a fornire spiegazioni credibili per una situazione che ormai mi provoca solo disagio e dolore. Sciolto ogni indugio, rivolgo pertanto un appello a tutte le persone di buona volontà, che vivono il mio stesso disagio ed amano veramente la nostra città, invitandole ad avviare una class-action (sul modello del diritto anglosassone) al fine di denunziare per “grave danno esistenziale” i responsabili di questo scempio. Per dirla con Eduardo Galeano: “Il futuro del mondo si gioca tra indignados e indegnos”. E’ una battaglia da intraprendere subito e da portare avanti indipendentemente dal risultato che verrà fuori dal lavoro che stanno svolgendo i commissari a Palazzo San Giorgio. Non dimentichiamo, infatti, che da un giorno all’altro potrebbe arrivare anche la sentenza di scioglimento del Comune per infiltrazioni mafiose; vedrete che, anche in questo malaugurato caso, tenteranno di attribuire la colpa alla stampa e all’opposizione.