venerdì 30 gennaio 2009

TORNELLI A GO GO OVVERO: ‘NA FILERATA I TORNELLI...

Caro Quotidiano non ci puoi credere ma in Sicilia hanno risolto il problema degli sbarchi clandestini! Zitti, zitti, senza proclami in pompa magna, e senza clamori buddhacieschi a Messina, nella rada San Francesco presso gli approdi della Caronte, hanno montato una serie di tornelli elettronici che permettono di entrare in città solo a chi si è munito preventivamente di biglietto; è un’idea fantastica e sono certo che sarà estesa presto a tutto il perimetro dell’Isola alla faccia di Gheddafi e Berlusconi e dei loro accordi fasulli. Le ditte costruttrici di tornelli stanno gongolando e c’è da immaginare che i soliti noti saranno già pronti a rastrellarne le azioni con effetti benefici anche sulle Borse. Ho apprezzato anche tantissimo la politica filantropica della Società che gestisce il traghettamento sullo Stretto, pensa, caro Quotidiano, che la Caronte risponde personalmente dell’identità dei suoi passeggeri, pertanto tutti quelli che scendono dalle navi e non hanno gettato il biglietto possono usarlo per aprire i tornelli ed entrare così a Messina; ma ti rendi conto, nell’era del liberismo sfrenato una grossa Spa si fa carico di un problema sociale di queste dimensioni! Hanno pensato pure a quelli che hanno smarrito o non hanno acquistato il biglietto a Villa, affianco ai tornelli c’è una comoda biglietteria: con due Euro compri il ticket e sei a Messina, fantastico! L’unica cosa che non mi quadra, e chiedo lumi a te caro Quotidiano, che ne sai una più del diavolo, è che per tornare in Calabria bisogna di nuovo passare per i tornelli usando il biglietto; francamente non capisco, io penso che semmai i tornelli dovrebbero essere montati anche a Villa San Giovanni ed in tutto il perimetro delle coste calabresi, come mai Franza & C. non ci hanno ancora pensato? Cos’ha la Calabria meno della Sicilia? L’altra cosa che non capisco è perché dai tornelli ci debbano passare pure i pendolari dello Stretto, pensa che giovedì scorso a Messina la nave delle venti è partita con tre minuti di anticipo ignorando i poveretti che armeggiavano con i tornelli, e poi tutti quelli che non sono riusciti ad imbarcarsi hanno dovuto aspettare 40 minuti all’aperto, perché una sala d’aspetto è un lusso che evidentemente la Caronte non si può permettere; c’è stato qualcuno che ha anche pensato di ingannare il tempo passeggiando per Messina, ma un solerte impiegato gli ha detto che per passare dai tornelli bisognava comprare un altro biglietto di andata e ritorno. Mi è venuto un dubbio, caro Quotidiano, ma per caso i tornelli sono riservati ai passeggeri della Caronte? E in tal caso, è normale che una società concessionaria di un suolo demaniale, d’importanza strategica come un’area costiera, imponga delle gabelle di passaggio? Se tutto il problema consiste nel controllare il pagamento del biglietto, non credi che forse i tornelli andrebbero impiantati sulle navi? Sono francamente un po’ disorientato, aspetto pertanto che, tuo tramite, qualcuno mi chiarisca la situazione.
Franco Arcidiaco

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