sabato 22 gennaio 2022

IL VACCINO CUBANO FUNZIONA MA L’OMS (NELLE MANI DEGLI USA) NE OSTACOLA LA DIFFUSIONE

Il vaccino cubano funziona alla grande a Cuba dove si registra uno dei più alti tassi di vaccinazione al mondo e i preparati cubani sono in grado di aiutare molti Paesi a basso reddito nella prevenzione del Covid; ma non sono ancora stati autorizzati dall’Organizzazione mondiale della sanità per il timore (pretestuoso) che l’industria cubana non sia in grado di mantenere gli standard richiesti dall’Oms. In tutto questo c’è il solito zampino degli americani che continuano a imporre il criminale embargo a Cuba e condizionano l’operato dell’Oms. «È un’impresa incredibile» ha dichiarato Helen Yaffe, un’esperta di Cuba e docente di storia economica e sociale all’Università di Glasgow, in Scozia. «È il risultato di una consapevole politica governativa di investimento statale nel settore, sia nella salute pubblica che nella scienza medica» ha aggiunto. La tecnologia cubana è a basso costo. Tutti e cinque vaccini sviluppati da Cuba (tra cui Abdala, Soberana 02 e plus) sono vaccini a sub unità proteica, cioè usano «composti proteici» del coronavirus. Un altro vaccino di questo tipo è lo statunitense Novavax, già approvato dall’Agenzia europea del farmaco. Questi vaccini oltre ad essere economici da produrre possono essere fabbricati su vasta scala e non richiedono il congelamento elevato. Distribuire e somministrare un vaccino che non richiede basse temperature è più facile rispetto a uno che deve essere conservato a meno 25 gradi e può resistere solo poche ore al decongelamento (è il caso del Pfizer). Cuba ha già iniziato a esportare Abdala per ora solo in Vietnam e tra qualche mese dovrebbe aggiungersi il Messico.

BERLUSCA DISPERATO DISTOPICO POP

Diavolo d’un cavaliere, è la mia ossessione, da quel dannato 26 gennaio 1994 in cui annunciò urbi et orbi la sua “discesa in campo”. Se ci pensate bene è una data che fa quasi il paio con quella (un tantinello più tragica) del 20 ottobre 1922 (a proposito quest’anno sono 100) che segnò la scesa in campo dell’altro cavaliere. Aldilà del giudizio politico, che non può essere che impietoso, non si può negare che la figura di Silvio Berlusconi sia ormai elevata sugli altari della cultura Pop al ruolo di irraggiungibile e impareggiabile Icona. La nomina a Presidente della Repubblica è vissuta dal Cav e dai suoi adoranti come il giusto compimento del percorso miracoloso intrapreso ben 28 anni orsono e c’è da giurare che l’acme sarebbe il posizionamento del suo ritratto dietro le scrivanie di tutti i capi delle Procure d’Italia. Sono pronto a scommettere che non esiste al mondo uno scrittore distopico capace di immaginare un momento del genere. Oggi mi piace celebrare questo disperato tentativo del Cav con le pagine dei primi due numeri di una delle mie follie editoriali: IL BERLUSCONIERE un mensile a diffusione nazionale, ideato e realizzato con la mia indimenticabile e geniale amica Daniela Pellicanò, nel 2004. Di seguito l’editoriale del primo numero datato Giugno 2004: PAR CONDICIO… MA NON È Un giornale di parte? Un giornale che viola la par condicio? Un giornale fazioso? Si! Il Berlusconiere è tutto questo e anche di più; è il grido di dolore di chi non si rassegna a morire berlusconiano e spera in un ravvedimento, magari in zona Cesarini, del popolo-bue stregato dall’incredibile tycoon di Arcore. Ci vorranno decenni per recuperare la credibilità e il decoro della nostra nazione, distrutte dalle performance, al limite tra il guittesco e il demenziale, del nostro cosiddetto premier. Non so se avete notato, ma Berlusconi il meglio (quindi il peggio) di sé stesso lo da quando si trova all’estero, oppure in Italia ma al cospetto di leader stranieri. Questo la dice lunga sul provincialismo e sul complesso d’inferiorità che permeano tutte le sue azioni. Una politica estera fatta di pacche sulle spalle, abbracci, battute e barzellette cretine, esibizioni da guitto di terz’ordine, ostentazione di presunti rapporti confidenziali, è diventata la favola delle cancellerie di tutto il mondo. Sulle linee del fax e lungo le fibre ottiche della rete c’è un frenetico scambio di aneddoti e storielle che narrano le gesta, al limite della leggenda metropolitana, del capo del governo italiano. In Italia il modo di fare di Berlusconi scandalizza un po’ meno e anzi una congrua parte dell’elettorato del centrodestra manifesta una sorta di preoccupante (per le sorti della nazione) compiacimento. La famosa predizione di Indro Montanelli circa il dissolvimento del fenomeno Berlusconi, grazie a un meccanismo di autoannientamento, provocato dal diffondersi di una sorta di rimedio omeopatico (“lasciamolo operare con i suoi metodi, si distruggerà con le sue mani…”) si è rivelata infondata; anche il guru del giornalismo aveva peccato di ottimismo nel giudicare le capacità di ravvedimento dell’elettorato italiano. Questo nostro giornalino è un donchisciottesco tentativo di affrontare mulini a vento che si chiamano Mondadori, Mediaset, Rai 1, Rai 2 e… quanto è lunga ‘sta lista! Siamo ansiosi di scoprire se qualcuno avrà la spudoratezza di accusarci di aver violato la par condicio: i Bondi, gli Schifano, i Tajani, i Vito sono sempre all’erta pronti a ringhiare in difesa del proprio padrone, loro non hanno il senso del ridicolo, quindi, rimarranno stupiti come cherubini ebeti, quando una risata li seppellirà.