domenica 21 febbraio 2021

CORRADO AUGIAS TRA SFURIATE INOPPORTUNE E GAFFE CLAMOROSE

Corrado Augias è tornato di recente a calcare la mano sulle vicende calabresi, commentando i recenti fatti di cronaca relativi all’operazione “Basso profilo” e ai rapporti fra ‘ndrangheta e politica calabrese. Ospite della trasmissione Quante Storie su Rai 3, Augias ha espresso, con la solita finta pacatezza che lo contraddistingue, un giudizio piuttosto sferzante, per non dire sprezzante: “La Calabria è purtroppo una terra perduta, questa inchiesta e anche il maxi processo in corso, del quale i media non hanno parlato a sufficienza, lo dimostrano”. Il conduttore lo interrompe: “È una frase tremenda dire ‘la Calabria è una terra perduta’…” e Augias, senza battere ciglio: “È la mia opinione personale, dunque vale poco, vale quello che vale, è un sentimento, non un’affermazione politica. Io ho il sentimento che la Calabria sia irrecuperabile. L’ho visto anche in occasione delle ultime elezioni, avevano un candidato ottimo, un imprenditore calabrese (Callipo, ndr), forte, che resta lì nonostante i rischi che corre, che dà lavoro: lo hanno escluso, hanno eletto un’altra persona che sfortunatamente è mancata (Jole Santelli, ndr). Detto questo, le inchieste di Gratteri vanno seguite con attenzione. Gratteri è calabrese, un altro uomo che è voluto restare in Calabria, fa una vita d’inferno, vive con 4 carabinieri intorno, quando va a zappare il suo piccolo orto la domenica ha 4 carabinieri agli angoli con i mitra, una vita che nessuno vorrebbe fare…”. Ora, a parte, la descrizione iconica di Gratteri ormai trita e ritrita che non tiene in alcun conto i clamorosi flop di gran parte delle azioni penali promosse dal magistar-scrittore calabrese, Augias avrebbe dovuto avere il buon senso di tacere o di documentarsi prima di parlare. Finita la trasmissione sono partite le bordate sui social, prima fra tutte Michela Fazio dello straordinario e popolare blog “La Filosofia Reggina” che il 21 gennaio posta: “No, non ci siamo... se cataloghi un’intera regione come irrecuperabile devi avere gli attributi per andare a monte non mi basta analizzare la vittoria del Presidente di regione; ennò... devi fare i nomi di chi sta a monte... se un uomo si fa lustro sparando a zero su 2 milioni di persone poi deve avere le palle di indicare i burattinai... altrimenti è una pagliacciata. La Calabria è irrecuperabile ma tessi le lodi di due calabresi… sei un tot confuso... irrecuperabile sarai tu coi teatrini ben assestati tipo la restituzione di qualche mese fa. Riempirsi la bocca coi calabresi è facile scontato minuscolo... poi però guarda caso gli intrallazzi si prediligono con la ‘ndrangheta calabrese e guarda caso sono politici altisonanti che vanno dagli ‘ndranghetisti... Gratteri docet. Augias sì Piemontese falso cortese e usurpatori... ringrazia il Sud Italia, staresti ancora alla corte degli austriaci a leccar stivali”. Il giorno dopo sono intervenuto io con questo commento sotto il post di Michela: “30 anni fa ho ospitato Corrado Augias nella mia redazione de Laltrareggio ed è stato anche a casa mia. Era candidato alle Europee col PDS. C’era anche il sindaco Italo Falcomatà. Augias parlava di Questione Meridionale, di terra meravigliosa discriminata e dimenticata, ha promesso che avrebbe portato le nostre istanze in Europa. Eletto con i nostri voti, 5 anni di mandato con stipendio da favola, non si è più visto né sentito. Magari le cose che dice sono giuste ma secondo me avrebbe dovuto tacere per pudore. Anche allora, con lui, i calabresi hanno votato male...” Settimana nera per il povero Augias, dopo qualche giorno la newsletter Charlie del ilPost scriveva: “Corrado Augias si è lamentato nella sua rubrica quotidiana su La Repubblica della mail sgrammaticata che aveva ricevuto da Enel, e del malfunzionamento delle istruzioni che conteneva. Si trattava evidentemente di un caso truffaldino di phishing via mail, e la mail era un'impostura che non c'entrava niente con Enel: è capitato a quasi tutti e la gran parte dei destinatari ormai riconosce il meccanismo e le sue evidenze. Può capitare che per qualcuno come Augias sia una cosa nuova, ma se non ci sono ruoli che fanno filtro in redazione il risultato è che i lettori di uno dei maggiori quotidiani nazionali registrano che Enel spedisce mail sgrammaticate e offrendo servizi ingannevoli e inefficienti, oltre a non essere informati sui pericoli del phishing. Questo nuovo incidente racconta come in molti quotidiani sia stata eliminata la tradizionale cautela di rileggere anche gli articoli più importanti prima di pubblicarli: e questo c'entra con una antica cultura poco attenta alle verifiche e ai controlli ma ormai anche con un sempre più severo taglio delle accortezze e revisioni minime, e che è proprio di un modo di confezionare i giornali diventato più precipitoso. Stamattina si è scusato Augias”. Nella foto: Corrado Augias e Franco Arcidiaco Aprile 1994 – Campagna elettorale Europee, redazione Laltrareggio

sabato 20 febbraio 2021

LA RICOSTRUZIONE DELLA CATTEDRALE DI NÔTRE-DAME PARTE DAL LAVORO DI UN ARCHITETTO REGGINO

Il “cantiere del secolo” come lo chiama il presidente francese Emmanuel Macron, si basa su un modello digitale della cattedrale di Notre-Dame andata a fuoco il 15 aprile 2019. È quello il punto di riferimento, la mappa che guida i lavori, lo strumento che -grazie a robot e intelligenza artificiale- fotografa, cataloga e connette le migliaia di resti di legno e pietre spezzate che sono la conseguenza del disastro. A guidare il gruppo di ricercatori del Cnrs (l’equivalente del nostro Cnr) c’è un italiano 44enne, Livio De Luca, arrivato in Francia quasi 20 anni fa per un master a Aix-en-Provence dopo la laurea in architettura a Reggio Calabria, e vincitore nel 2019 della “medaglia dell’innovazione del Cnrs”. “Per ricostruire Notre-Dame dobbiamo mettere insieme i pezzi di un immenso puzzle”, dice in collegamento Zoom da Marsiglia, dove vive. De Luca è di formazione architetto e poi ha aggiunto diplomi di informatica. La digitalizzazione del Patrimonio è la sua specializzazione. Stefano Montefiori, corrispondente da Parigi del Corriere della Sera, 19 febbraio 2021

RIPIDDU NIVICATU - ADELANTE ETNA, CON JUICIO...

Stamattina l'Etna (u mungibeddhu) dal balcone di casa mia, era la rappresentazione plastica di uno dei piatti più gustosi e spettacolari della tradizione siciliana: U ripiddu nivicatu. Una montagnola di riso al nero di seppia, un cappuccio di morbida ricotta e uno sbaffo di salsa piccante. Una meraviglia per la vista e per il palato. L'ho mangiato mille volte, ma quello del mio privilegio era servito (come Piatto del Buon Ricordo) dal mitico ristorante di Catania "La Siciliana". "La Siciliana" è stato per decenni il miglior ristorante di Catania, almeno fin quando la sciagura della "nouvelle cuisine" non si è abbattuta sulle nostre tavole. Comunque, il ristorante esiste ancora e mi riprometto di visitarlo appena possibile. Adelante Etna, con juicio...

DA ANGELA MERKEL A MARIO DRAGHI PER GLI STATI UNITI D'EUROPA

La Germania ha detto addio ad Angela Merkel con sei minuti di calorosi applausi. I tedeschi l'hanno scelta per guidarli, e lei ha condotto 80 milioni di tedeschi per 18 anni con competenza, abilità, dedizione e sincerità. Durante questi diciotto anni di leadership nel suo paese, non ci sono state violazioni. Non ha designato una segreteria per nessuno dei suoi parenti. Non ha ostentato il suo ruolo. Non ha combattuto contro coloro che l'hanno preceduta. Quando parlava, non diceva cazzate. Non si è presentata nei vicoli di Berlino per essere fotografata. Lei è la donna che è stata soprannominata "La signora del mondo" ed è stata descritta come l'equivalente di sei milioni di uomini. Pochi giorni fa Merkel ha lasciato la posizione di leadership del partito e l'ha consegnata a coloro che l'hanno sostituita, la Germania e la sua gente tedesca sono in una forma migliore rispetto a prima del suo arrivo. La reazione dei tedeschi è stata senza precedenti in tutta la loro storia. Tutti in città sono usciti dalle case e hanno applaudito calorosamente e spontaneamente per 6 minuti di fila. Non c'è stato alcun complimento, ipocrisia, rappresentazione o esagerazione. La Germania si è presentata come un solo corpo salutando il suo leader, una fisica chimica che non si è lasciata sedurre dal potere, dalla moda o dalle luci. Non ha comprato immobili, auto, yacht o aerei privati, sapendo che era dell'ex Germania Est. Ha lasciato il suo posto dopo aver lasciato la Germania in mani sicure. Diciotto anni alla guida del paese e non è cambiata. In una conferenza stampa un giornalista chiese alla Merkel: - noto che il suo vestito è lo stesso di ieri, non ne ha un altro? Lei rispose: - Sono un funzionario del governo e non una modella. In un'altra conferenza stampa gli è stato chiesto: - La signora ha domestiche che puliscono la casa, preparano i pasti, ecc.? La sua risposta è stata: - No, non ho bisogno di loro. Io e mio marito facciamo questi lavori a casa ogni giorno. La signora Merkel vive in un normale appartamento come ogni altro cittadino. Questo appartamento è quello in cui viveva prima di essere eletta Primo Ministro della Germania e non l'ha lasciato. Non possiede una villa con impiegati, piscine e giardini. Questa è Merkel, il primo ministro della Germania, la più grande economia d'Europa. Fin qui l’articolo di Marianne Gentile, io aggiungo che ora Mario Draghi ne ha raccolto il testimone ed è giunto il momento di un deciso passo in avanti verso il raggiungimento del sogno degli Stati Uniti d’Europa.

IL CEDIMENTO DI STEFANO ZURLO DAVANTI AL POTERE GIUDIZIARIO

Stefano Zurlo e la Baldini+Castoldi, nel vano e velleitario tentativo di bruciare sul tempo l’uscita del libro di Sallusti e Palamara con Rizzoli, hanno confezionato un librettino inutile e sovradimensionato nell’allestimento, per giustificare lo scandaloso prezzo di 18euro. Sto parlando de “Il libro nero della magistratura”, un copincolla noioso e bacchettone di vicissitudini giudiziarie di magistrati e del loro esito processuale. Attenzione, le vicende narrate sono tutte realmente accadute (guarda un po’, l’incipit della prefazione di Zurlo recita: “Altro che Palamara…”) tanto è vero che l’autore rivela che il materiale gli è stato fornito “con la benedizione del vicepresidente del CSM David Ermini”; materiale succoso, quindi, per qualunque cronista che si rispetti. Il punto è che il prode Zurlo di fronte al potere giudiziario ha un cedimento, teme colpi di coda dei magistrati coinvolti, sa, probabilmente, che l’adagio “cane non morde cane” impera soprattutto nelle aule dei tribunali e fa un clamoroso passo indietro. Pubblica il libro, descrive dettagliatamente le vicende ma cambia nomi e cognomi, cambia i luoghi e “i riferimenti che potrebbero rendere riconoscibile l’autore di turno del misfatto”. Il risultato sono 223 pagine inutili e noiose, un elenco di brogliacci per sceneggiature di commedie all’italiana di serie B. Praticamente la negazione del giornalismo d’inchiesta e una semplice paraculata editoriale. Stefano Zurlo, Il libro nero della magistratura, Baldini+Castoldi, 2020, pagg. 224, € 18,00